(tra il ponte Cigole- Pavone e Milzano -Pralboino)

Proposta progettuale : IL Fauno Cultura e Ambienta Basso Mella ( nato dalla fusione delle associazioni: “Rondine” di Cigole, “La Quercia”di Pavone del Mella, “Il Circolo 28 Maggio”di Milzano e “I Fontanili”).

COMMITTENTI:Comuni di Cigole,Milzano,Pavone del Mella, Pralboino.

APPROFONDIMENTI NATURALISTICI:gruppo “Il Fauno”

PROGETTISTA: arch. Roberto Feroldi.

PROGETTO: febbraio 1995, inserito nel 1994 nella pubblicazione “i cento progetti più verdi d’Italia.

PIANTUMAZIONE: febbraio1996

DITTA ESECUTRICE PIANTUMAZIONE: Il Quadrifoglio soc.coop. r.l

LUNGHEZZA ARGINI INTERESSATI: 6 + 6 Km

ALBERATURE DA PIANTUMARE: n. 1300

CESPUGLI: n. 300

AUTORIZZAZIONE DEL MAGISTRATO PER IL PO

MINISTERO DEL LL.PP. : 24 giugno 1995

FINANZIAMENTO Legge Regionale n.86/1993 e Amministrazioni Comunali.

Brevi cenni storici.

Il tratto di fiume in oggetto presentava, prima della realizzazione delle arginature,sponde ricche di vegetazione arborea ed arbustiva simili a quelle situate lungo i tratti più a nord, verso il Comune di Leno e più a sud verso il comune di Seniga.

In passato la vegetazione era composta da:

PIANTE ERBACEE: almeno 6 tipi di rovo, sambuchella, erba limaiola, erba legno, nappola maggiore, saponaria.

PIANTE RAMPICANTI: erba caprina, vitalba, luppolo, barbòne, tamarro, similace.

PIANTE ARBUSTIVE: sanbuco, sanguinella, prugnolo, salice, crespino.

PIANTE AD ALTO FUSTO: salice bianco, salice rosso, salice riparolo, salice selvatico, pioppo nero e bianco, olmo, ontano, frangola, quercia ghiandina.

A meta degli anni ‘60 (4 novembre1966), le notevoli piogge fecero straripare il fiume lungo il tratto in questione, provocando la rottura degli argini costituiti da terreno vegetale costipato e trattenuto dalla vegetazione presente su di essi.

Successivamente vennero eseguite delle arginature con pietrame legato a parallelepipedi realizzando due scarpate collegate da un piano orizzontale e un alveo con interspazio ridotto all’essenziale: un vero e proprio canale munito di pochi spazi atti alla proliferazione della vegetazione spontanea. Questo lavoro provoco il totale disboscamento dei vecchi argini e quindi l’eliminazione di gran parte della vegetazione e della fauna presente.

La ridotta superficie degli argini obbligò la vegetazione spontanea a crescere in zone spesso inondate dalle piene. La difficoltà della flora progredire fu dovuta alla presenza di pietrame impegnato per il contenimento degli argini e da continue operazioni di taglio raso delle alberature in procinto di crescere, eseguite dal Consorzio di Bonifica del Mella, ente ormai sciolto.

Livello di potenzialità future del tratto di fiume

Il tratto di fiume oggetto di studio offre notevoli potenzialità: la presenza della strada alzaia sull’argine sia sinistro che destro, collegati dai due ponti posti ai due estremi, permette di sfruttare l’itinerario per percorsi a piedi, in bici, a cavallo e a visite guidate inerenti alla botanica.

L’intervento ha finalità la ricucitura faunistica e vegetazionale con tratti del fiume posti a valle e a monte dei 6 km interessati su arginature originarie, avendo questa parte di fiume causato nel corso del tempo una frattura nella naturalità dell’intera asta. Le specie ornitologiche, mancando la continuità della vegetazione, hanno in fatti perso l’habitat essenziale per la nidificazione e l’alimentazione.

Scelta delle essenze

La scelta delle essenze, alberature e specie arbustive,è stata influenzata dal tipo di terreno che risulta sabbioso, di conseguenza arido ed incapace di trattenere l’acqua e in gran parte troppo umido data la presenza del fiume quindi: quercia farnia, ontano nero, pioppo nero, platano, salice , biancospino, frangola, ligustro,salicone sanguinello, sambuco, ecc. Oltre alle varietà adatte alla geologia del suolo si sono prese in considerazione pure le specie aventi capacità terapeutiche (tiglio selvatico, pioppo cipressino,pioppo bianco, gelso nero, farnia). Il progetto si prefigge infatti la creazione di un percorso botanico destinato a chiunque sia interessato al riconoscimento dei diversi tipi di alberature e le relative proprietà curative che, utilizzate con gli opportuni accorgimenti, possono creare un’alternativa hai farmaci chimici.

Si è cercato di fare in modo che la crescita delle alberature non formasse uno schermo provocando ombreggiature sui terreni agricoli limitrofi agli argini.

Nell’ambito dei cespugli sono previste le seguenti essenze: biancospino, corniolo, frangola, lantana, ligustro, nocciolo, pallone di maggio, prugnolo, rosa selvatica, sanbuco, sanguinello, spincervino. Le specie arbustive sono state collocate nel gradone intermedio per evitare di danneggiare con le radici la parte alte dell’argine artificiale.

Prendendo in considerazione l’ipotesi di formare dei cespugli si potrà dare origine a delle siepi, le quali diventerebbero un luogo di rifugio e di proliferazione per numerose specie di animali ( rospi ricci, rigoli ed insetti predatori ) che contribuissero a limitare la sempre più crescente presenza di organismi dannosi come acari e parassiti tali siepi potranno favorire le culture praticate vicino all’argine del fiume e all’interno di esse proliferanno insetti impollinatori importanti per la crescita di erba medica e trifoglio ancora presenti nei fondi a lato degli argini; faranno da scremo alla velocità del vento, proteggendo in questo modo i coltivi dai danni meccanici imputabili a quest’ultimo (allettamento, rottura di foglie, perdita di fiori, ecc…) ma soprattutto eccessiva evotraspirazione, portando l’incremento del 10-20 %. potrebbero infine avere il compito di sostenere l’argine e consolidando il fondo per mezzo dell’apparato radicale,senza dimenticare ciò che dalla loro conservazione si può ricavare legna da opera, legna da ardere, miele, piante officinali, funghi, selvaggina, frutti e bacche commestibili.

Alberi ad alto fusto

Gli alberi ad alto fusto sono stati collocati a 4 – 5metri dal ciglio del fiume per evitare che una minima piena possa sommergerli dall’acqua e a gruppi lasciando tra questi uno spazio di m 10-15 per non ostacolare il flusso dell’acqua. Si sono previste le seguenti essenze latifoglie: alberi ad alto fusto da frutta selvatici per alimentare gli animali e per rendere vario e colorito il paesaggio durante la fioritura: caco, ciliegio, melo, pero e poi aceri, bagolari, carpini, farnie, frassini, gelsi, gleditsie, ippocastani, olmi, pioppi, salici, tigli selvatici.


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